giovedì, ottobre 05, 2006

La cultura affoga nel petrolio


Abbiamo ancora negli occhi il Museo Nazionale di Bagdad, che raccoglieva l'immagine delle antiche civiltà mesopotamiche ed arabe e conservava opere ed oggetti d'arte fino all'evo moderno, saccheggiato e spogliato delle sue inestimabili ricchezze. La guerra del petrolio non uccide solo civili (la maggior parte donne e bambini... minima è in confronto la percentuale dei militari che perdono la vita), ma anche la cultura, lo sappiamo.

Nel marzo 2004, l’Assessore all’Industria della Regione Siciliana Marina Noè emette un provvedimento con il quale autorizza quattro giganti del petrolio (i Golia americani della Panther Resources Corporation) ad effettuare ricerche di idrocarburi in quattro zone differenti della Sicilia.

Una di queste è il Val di Noto, uno dei lembi di terra più belli della Sicilia sud-orientale, talmente bella e culturalmente importante da diventare nel 2002, con otto sue città (inserite nella World Heritage List dell'UNESCO), Patrimonio dell'Umanità.

Le popolazioni del Val di Noto, costituitesi in Comitato, da due anni portano avanti, nell'indifferenza della stampa, una opposizione determinata al progetto di trivellazione del loro splendido territorio, un territorio che deve rimanere Patrimonio di tutti e non bottino di alcuni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' una vergogna sia che esista una cosa del genere sia che nessuno tra i giornalisti di quota ne parli!!