mercoledì, aprile 16, 2008

Ai posteri l'ardua (davvero ardua) sentenza

In questi giorni sono in molti a parlare della sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee che ha dichiarato l'illegittimità delle norme italiane che impongono l'apposizione del contrassegno SIAE sui supporti contenenti opere dell'ingegno. E c'è già chi chiede rimborsi.

Nessuno, però, si domanda: quando verranno abrogate le norme in oggetto? Quando verranno modificati i commi 1 e 2 dell'art. 171-bis LdA e la lettera d) del comma 1 dell'art. 171-ter LdA?

Le persone che, leggendo qua e là, hanno deciso di non apporre più il contrassegno SIAE, devono sapere che, fino a che la legge italiana non cambia (e non è detto che cambi, dato che la disapplicazione delle norme in oggetto da parte dei giudici italiani è soltanto temporanea) rischiano comunque di affrontare un processo.
E non credo che sia per loro di grande conforto sapere che ne uscirebbero indenni.

Per rispondere alla domanda suddetta può essere utile volgere uno sguardo al
decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59, intitolato Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.

Mi aspettavo che il decreto-legge disponesse l'esecuzione di una sentenza di cui vi riporto un estratto:
L’art. 49 CE e, a decorrere dal momento della loro applicabilità, l’art. 9, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/21/CE, che istituisce un quadro normativo comune per le reti ed i servizi di comunicazione elettronica (direttiva «quadro»), gli artt. 5, nn. 1 e 2, secondo comma, e 7, n. 3, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 7 marzo 2002, 2002/20/CE, relativa alle autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione elettronica (direttiva «autorizzazioni»), nonché l’art. 4 della direttiva della Commissione 16 settembre 2002, 2002/77/CE, relativa alla concorrenza nei mercati delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, devono essere interpretati nel senso che essi ostano, in materia di trasmissione televisiva, ad una normativa nazionale la cui applicazione conduca a che un operatore titolare di una concessione si trovi nell’impossibilità di trasmettere in mancanza di frequenze di trasmissione assegnate sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati.

Stiamo parlando del celebre
caso Europa 7 (il 6 maggio è prevista la sentenza del Consiglio di Stato... mah): una vicenda giudiziaria che va avanti da molto tempo e che rappresenta pienamente l'"impunità del potere".
Ebbene, di quella sentenza non vi è traccia nel decreto-legge perché ­- ha spiegato l'ex-ministro Emma Bonino - la questione "non ha carattere di urgenza".


Verrà considerata urgente dal nuovo Governo? :-D

Quando verranno modificati i commi 1 e 2 dell'art. 171-bis LdA e la lettera d) del comma 1 dell'art. 171-ter LdA?
Ai posteri l'ardua (davvero ardua) sentenza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Appunto! Anche io mi chiedo cosa faccia la GdF se mi trova a vendere i miei cd senza bollino Siae. Secondo me mi sequestra tutto!