giovedì, settembre 02, 2010

La guerra dello yoga

Da La Repubblica.

Viste le dimensioni del business, gli americani stanno cercando di "privatizzare" lo yoga. Negli Stati Uniti impazza la corsa a brevettare i metodi.
Centinaia di "posizioni" sono concupite da chi vuole metterci il suo copyright. Chiunque le pratichi dovrebbe versare un diritto d'autore al proprietario. Lo U. S. Patent and Trademark Office ha già riconosciuto ufficialmente 131 brevetti, e ci sono altre 3.700 richieste in attesa di essere esaminate. Finora si tratta soprattutto di libri, vestiti, Dvd. Ma c'è chi vuole estendere il copyright sui movimenti, le posizioni. E stavolta l'India, solitamente tollerante di fronte a tanti stravolgimenti dello yoga, si ribella. In India lo yoga ha radici antichissime: le prime forme risalgono addirittura al 2.500 prima di Cristo. È legato alla religione induista, è stato quasi sempre insegnato gratis, negli ashram o nei giardini pubblici. L'idea di farne un business privato appare sacrilega. "Furto di yoga", intitolano i giornali indiani. La reazione si organizza, i guardiani dell'antica disciplina passano al contrattacco. Un'agenzia governativa di New Delhi, la Traditional Knowledge Digital Library, ha chiamato a raccolta i più autorevoli yogi dalle nove scuole principali, e li ha affiancati a duecento scienziati. La loro missione: recuperare e scannerizzare tutti i testi millenari che contengono le sutra dello yoga. Lo scibile completo di questa materia include 900 posizioni. Sarà riprodotto con le tecnologie digitali e messo su video, almeno per i 250 esercizi più popolari. "È un patrimonio dell'umanità, a disposizione di tutti, e deve rimanere gratuito" è l'obiettivo ufficiale dell'operazione secondo il suo direttore V. K. Gupta. Da 34 milioni di pagine - l'immensa mole di documenti raccolti - gli indiani vogliono arrivare a un "sunto" da tradurre in inglese, cinese, spagnolo, tedesco e giapponese. "Guai se qualcuno volesse impadronirsi di questa sapienza, benefica per l'umanità". Paradossalmente la guerra per privatizzare lo yoga fu lanciata proprio da un indiano. Nel 2004 il guru di Calcutta Bikram Choudhury, sbarcato a Beverly Hills in California, lanciò lo Hot Yoga in palestre a temperatura da sauna. Quando si accorse che in tutta la California si diffondevano le imitazioni, cercò di brevettare 26 esercizi e di incassare royalties. Oggi lo Yoga "bollente" viene praticato in 400 centri, da San Francisco a Parigi. E Choudhury ha già guadagnato 7 milioni di dollari di copyright.

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